mercoledì 20 novembre 2013

Tiriamoci due discorsi con….Alessandro Apreda, il Doc Manhattan della Leggenda

Oggi su Boiate Online inauguriamo la nuova rubrica “Tiriamoci due discorsi con….”, dove intervisterò un sacco di bella gente che fa cose che mi piacciono una marea.

Pensavate che oggi si parlasse di Kenshiro eh? Vi ho gabbato tantissimo. Quello lo facciamo domani.

Per il primo numero di questa rubrica ho l’Onore, con la O maiuscolissima, di fare un po’ di domande al grande Doc Manhattan, al secolo Alessandro Apreda.
Giornalista, scrittore e autore del blog “L’Antro Atomico del Dr. Manhattan”. 


http://docmanhattan.blogspot.it/

Per chi non lo conoscesse (allora venite veramente da Alpha Centauri . Avete appena perso 5000 punti, complimenti) è il più grande blog di cose nerd che abbiamo in Italia, nonché uno dei motivi per il quale le mie mattine iniziano SEMPRE con il sorriso sulle labbra.

Fare colazione leggendo i suoi post che parlano di film, fumetti, pubblicità anni ’80 di Topolino e un sacco di altre cose fighe mi svolta sempre la giornata in positivo.

E non di meno, se l’Antro non fosse mai esistito, probabilmente io non sarei qui a scrivere queste righe digitali.

Doc, è un vero piacere averti qui. Devo essere sincero, trovare un numero limitato di domande da farti è stato un problema mica da ridere. Cominciamo con questa Marzullata apocalittica.


N: Partiamo a bomba. Chi è Alessandro Apreda? Sei come il Superman di Kill Bill che utilizza Clark Kent come copertura oppure non hai ancora tratti dissociativi di personalità? Parlaci un po’ di te. Se vuoi anche in terza persona, che è più solenne.

Doc: In effetti una specie di Clark Kent al contrario. Nel senso che quando scrivo i post per l'Antro, all'alba, porto gli occhiali, ma quando esco di casa per camuffarmi uso le lenti a contatto. E le occhiaie. Problemi di sdoppiamento di personalità? Ho iniziato ad avvertire come una leggerissima perturbazione nella Forza quando anche mia madre ha preso a chiamarmi di tanto in tanto Doc.


N: Come tutti gli Antristi sanno, hai cominciato a scrivere il blog mentre stavi rientrando da un trasfertone lavorativo de la muerte. Inchiodato in aeroporto, senza un razzo da fare, hai buttato giù il primo post. Cosa ti ha spinto a continuare? Autolesionismo? Voglia di sfogarsi? Non era meglio drogarsi come tutti i ragazzi normali della tua età?

Doc: Sicuramente. Ma i drogati non hanno le loro squadre di calcio inesistenti con le maglie gialle e nere, il che rappresentava un grosso contro.


N: Quanto ha cambiato la tua vita l’essere diventato uno dei blogger più quotati del bel(lol)paese? Adesso per Natale te li mandano i cesti regalo?

Doc: No, ma qualche fan di Buffy mi manda ancora le minacce di morte, come augurio natalizio.


N: Un sacco di gente che prima dell’Antro non ti filava di pezza ora ti evoca a idolo delle folle. Qual è il tuo rapporto con gli Antristi? Ti rendi conto che hai riunito sotto la tua effige un esercito di persone con cui potresti creare un nuovo Progetto Mayhem volto alla conquista del mondo?

Doc: Li sento un po' tutti come figli miei. Anzi, figghi, per citare il compianto Gigi Reder in Fracchia la Belva Umana. Davvero, a volte penso di non meritare tutto il loro affetto. Gli si vuol bene, insomma, a quella manica di debosciati.


N: Parliamo un po’ di videogiochi và. Tra poco uscirà la next gen di console casalingue. Hai già preordinato qualcosa o attenderai? La Sig.ra Manhattan lo sa? Approva o si è rassegnata?

Doc: La PS4 arriva, l'Xbox One (pr: icsbocsòne) per ora no, poi si vedrà. E il Wii U? Sorry, ma col retrogaming ho già dato ;)


N: Viste le potenzialità tecnologiche delle nuove console cosa ti aspetti da loro? Nel senso, l’ultima generazione ha sfornato dei capolavori tipo Journey, Heavy Rain et similae. Credi che gli sviluppatori avranno il coraggio di rischiare strade alternative o nel 2018 giocheremo a Call Of Duty: Modern Warfare VII Champion Edition ImbaPro Turbo?

Doc: Non c'è grande entusiasmo per questa nuova generazione, diciamolo. Ma se mi tiran fuori The Last Guardian e Red Dead Redemption 2 sono felice, ecco. O tanti altri giochi come Journey, Heavy Rain e The Walking Dead. Non vogliamo solo la potenza sbadabùm dei millemila poligoni al secondo, dai giochini di nuova generazione: vogliamo il wow factor fuori scala. Vogliamo la magia.


N: Almeno una volta nella vita un videogiocatore ha pensato, anche in maniera estemporanea, di creare un videogioco. Il soggetto per un videogame?

Doc: Da ragazzino avevo questa idea per un videogioco. Un titolo in cui si sarebbe impersonato non un qualche astronauta che difendeva la Terra, ma un marziano che arrivava sulla Terra e doveva distruggere tutto. In un momento di lucida follia indotta da abuso di crostatine del Mulino alla fragola, sono arrivato perfino a disegnare il protagonista (inquietantemente simile al Firelord dell'universo Marvel). Nel 2005, un gioco così l'hanno fatto davvero (Destroy All Humans! di THQ), solo che il tuo clone non voluto di Firelord come protagonista era molto più fico.


N: Un po’di domandoni sulla scrittura! Per lavoro produci un sacco di testi. Ricordo la rivista Digital Japan che gasava una marea. Come hai capito che da grande avresti fatto proprio questo? E’ stata una botta di culo o un percorso programmato tipo Grisù che voleva fare il pompiere?

Doc: Una via di mezzo tra le due cose. Nel senso che scrivere mi è sempre piaciuto molto, e così son partito da quella che nel secolo passato era la trafila classica: giornalini scolastici, fanzine, primi (disastrosi) esperimenti sul web. Mi piaceva scrivere, mi piacevano i videogiochi, e così ho iniziato a scrivere recensioni di videogiochi per varie riviste, e ne è nato un lavoro. Da lì, grossomodo, è iniziato tutto.


N: Hai appena finito di scrivere il tuo terzo libro intitolato “Per il potere di Grayskull”, in via di pubblicazione dalla Limited Edition Books e presentato all’ultimo Lucca Comics. 
Com’è nata la cosa? Hai voglia di parlare a tutto tondo del progetto?
Vai brooklin con gli spoiler, che se i lettori di Boiate Online non ti comprano il volume perché hai raccontato cose li vado a prendere a badilate direttamente a casa.

Doc: L'editore è un grande fan dell'Antro e mi ha proposto la cosa all'incirca un annetto fa. È un progetto intrigante, perché mi ha permesso di andare a ruota libera, parlando di fenomeni e tormentoni degli anni 80. oggetti, serie, pupazzi, manie e cartoni che sono entrati nell'immaginario collettivo. E non ne vogliono sapere di uscirne. È un libro "di ridere", scritto con lo stesso tono ironico dei post sul blog, e spero che sarà divertente leggerlo, per chi avrà la bontà di farlo, quanto lo è stato per me scriverlo.


N: I due volumi precedenti, “Inseguendo un Super Santos verso l’infinito” e “E’ che poi al destino non puoi mica dare sempre del tu” sono stati pubblicati in formato ebook e scaricabili gratuitamente sull’Antro. Il secondo è una bellissima raccolta di racconti. Quello a cui sei più affezionato?

Doc: Sono affezionato ad alcuni singoli pezzi del secondo (che è un'antologia di raccontini scritti in un arco temporale molto ampio), perché buttati giù in periodi, uh, diciamo così "particolari" della mia vita. Inseguendo un Super Santos è nato come una serie di post a tema sul blog, videogiochi e situazioni di oggi calati negli anni 80 e raccontati da un ragazzino dell'epoca. Non c'era alcuna finalità narrativa vera e propria dietro, ma a molti l'esperimento è piaciuto. Il che vuol dire che a) se scrivo le cose senza pensarci troppo su mi vengono meglio, oppure b) come scrittore non ho ancora capito nulla. Propenderei per la seconda ipotesi…


N: Saviano lo sa che è un copione? Io fossi in lui mi vergognerei.

Doc: Ma no. No, dai. Anche se…


N: Una domanda intima. Quanto c’è di Alessandro nella figura di Gabriele Zainer , protagonista del romanzo a puntate pubblicato sull'Antro “Badass Bastards”?

Doc: Me lo chiedono in tanti. La verità? Zero. Tolti i gusti musicali, visto che i brani che accompagnano i capitoli li scelgo ovviamente io, Gabri è un personaggio di pura fantasia. Tanto che non condivido per niente alcune scelte che compierà nel finale della storia...


N: Sei un Interista di un certo livello. Come mai? Colpa di qualche trauma infantile? Perché non il Genoa, squadra dalla storia importante e con un simbolo fico alla Game of Thrones?

Doc: Il trauma era semmai tifare Inter negli anni e in una città (priva di squadre in serie A) in cui a scuola erano juventini pure i bidelli e il preside. Non so come sia nata la passione per l'Inter, visto che non mi è stata attaccata in famiglia, come l'influenza. Un giorno, all'improvviso, decisi che la mia squadra sarebbe stata quella. La domenica dopo prendemmo quattro pere in casa con la Roma. Era chiaramente un segno del destino.


N: Scimmie. Quante ne hai e quali sono ultimamente? Intendo cose che vorresti in maniera incondizionata e irrazionale, non primati mangiabanane a tradimento.

Doc: Tantissime, sempre, ovunque. L'Internet non è una fabbrica di fornicazione solo per le signorine ignude, quanto e soprattutto per le meraviglie che sembrano costantemente lì, tutte a portate di clic, che uno le comprerebbe tutte in un secondo, senza pensarci su. Se questo non volesse dire ritrovarsi fuori di casa e/o sotto un ponte.


N: Come mai su uikicoso , nella sezione animali o come cacchio si chiama, non c’è ancora la pagina del Minollo? Puoi spiegare ai lettori che bestia è? E’ imparentato con il Pepette?

Doc: Il minollo è, come noto, un animale molto schivo. Tranne quando c'è da fare il suo tipico gesto.


N: Questa devo chiedertela, altrimenti mi tolgono il patentino di intervistatore. Fatti una domanda, datti una risposta. Se ne hai voglia eh. Altrimenti passiamo.

Doc: Pensi che, davvero? Sì, decisamente.


N: Ultima domanda poi la smetto di sgarruparti l’esistenza. Mi concederai una seconda chiacchierata quando il libro sarà uscito?

Doc: Sure! Alla prossima!

Sinceramente non so come chiudere questo post, troppa emozione. Grazie Doc.

See ya!

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