Oggi
su Boiate Online inauguriamo la nuova rubrica “Tiriamoci due
discorsi con….”, dove intervisterò un sacco di bella gente che
fa cose che mi piacciono una marea.
Pensavate che oggi si parlasse di Kenshiro eh? Vi ho gabbato tantissimo. Quello lo facciamo domani.
Per
il primo numero di questa rubrica ho l’Onore, con la O
maiuscolissima, di fare un po’ di domande al grande Doc Manhattan,
al secolo Alessandro Apreda.
Giornalista,
scrittore e autore del blog “L’Antro Atomico del Dr. Manhattan”.
Per
chi non lo conoscesse
(allora venite veramente da Alpha Centauri . Avete appena perso 5000
punti, complimenti) è
il più grande blog di cose nerd che abbiamo in Italia, nonché uno
dei motivi per il quale le mie mattine iniziano SEMPRE con il sorriso
sulle labbra.
Fare
colazione leggendo i suoi post che parlano di film, fumetti,
pubblicità anni ’80 di Topolino e un sacco di altre cose fighe mi
svolta sempre la giornata in positivo.
E
non di meno, se l’Antro non fosse mai esistito, probabilmente io non
sarei qui a scrivere queste righe digitali.
Doc,
è un vero piacere averti qui. Devo essere sincero, trovare un numero
limitato di domande da farti è stato un problema mica da ridere.
Cominciamo con questa Marzullata apocalittica.
N:
Partiamo a bomba. Chi è Alessandro Apreda? Sei come il Superman di
Kill Bill che utilizza Clark Kent come copertura oppure non hai
ancora tratti dissociativi di personalità? Parlaci un po’ di te.
Se vuoi anche in terza persona, che è più solenne.
Doc: In
effetti una specie di Clark Kent al contrario. Nel senso che quando
scrivo i post per l'Antro, all'alba, porto gli occhiali, ma quando
esco di casa per camuffarmi uso le lenti a contatto. E le occhiaie.
Problemi di sdoppiamento di personalità? Ho iniziato ad avvertire
come una leggerissima perturbazione nella Forza quando anche mia
madre ha preso a chiamarmi di tanto in tanto Doc.
N:
Come tutti gli Antristi sanno, hai cominciato a scrivere il blog
mentre stavi rientrando da un trasfertone lavorativo de la muerte.
Inchiodato in aeroporto, senza un razzo da fare, hai buttato giù il
primo post. Cosa ti ha spinto a continuare? Autolesionismo? Voglia di
sfogarsi? Non era meglio drogarsi come tutti i ragazzi normali della
tua età?
Doc: Sicuramente.
Ma i drogati non hanno le loro squadre di calcio inesistenti con le
maglie gialle e nere, il che rappresentava un grosso contro.
N:
Quanto ha cambiato la tua vita l’essere diventato uno dei blogger
più quotati del bel(lol)paese?
Adesso per Natale te li mandano i cesti regalo?
Doc: No,
ma qualche fan di Buffy mi manda ancora le minacce di morte, come
augurio natalizio.
N:
Un sacco di gente che prima dell’Antro non ti filava di pezza ora
ti evoca a idolo delle folle. Qual è il tuo rapporto con gli
Antristi? Ti rendi conto che hai riunito sotto la tua effige un
esercito di persone con cui potresti creare un nuovo Progetto Mayhem
volto alla conquista del mondo?
Doc: Li
sento un po' tutti come figli miei. Anzi, figghi, per citare il
compianto Gigi Reder in Fracchia la Belva Umana. Davvero, a volte
penso di non meritare tutto il loro affetto. Gli si vuol bene,
insomma, a quella manica di debosciati.
N:
Parliamo un po’ di videogiochi và. Tra poco uscirà la next gen di
console casalingue. Hai già preordinato qualcosa o attenderai? La
Sig.ra Manhattan lo sa? Approva o si è rassegnata?
Doc: La
PS4 arriva, l'Xbox One (pr: icsbocsòne) per ora no, poi si vedrà. E
il Wii U? Sorry, ma col retrogaming ho già dato ;)
N:
Viste le potenzialità tecnologiche delle nuove console cosa ti
aspetti da loro? Nel senso, l’ultima generazione ha sfornato dei
capolavori tipo Journey, Heavy Rain et similae. Credi che gli
sviluppatori avranno il coraggio di rischiare strade alternative o
nel 2018 giocheremo a Call Of Duty: Modern Warfare VII Champion
Edition ImbaPro Turbo?
Doc: Non
c'è grande entusiasmo per questa nuova generazione, diciamolo. Ma se
mi tiran fuori The Last Guardian e Red Dead Redemption 2 sono felice,
ecco. O tanti altri giochi come Journey, Heavy Rain e The Walking
Dead. Non vogliamo solo la potenza sbadabùm dei millemila poligoni
al secondo, dai giochini di nuova generazione: vogliamo il wow factor
fuori scala. Vogliamo la magia.
N:
Almeno
una volta nella vita un videogiocatore ha pensato, anche in maniera
estemporanea, di creare un videogioco. Il soggetto per un videogame?
Doc: Da
ragazzino avevo questa idea per un videogioco. Un titolo in cui si
sarebbe impersonato non un qualche astronauta che difendeva la Terra,
ma un marziano che arrivava sulla Terra e doveva distruggere tutto.
In un momento di lucida follia indotta da abuso di crostatine del
Mulino alla fragola, sono arrivato perfino a disegnare il
protagonista (inquietantemente simile al Firelord dell'universo
Marvel). Nel 2005, un gioco così l'hanno fatto davvero (Destroy All
Humans! di THQ), solo che il tuo clone non voluto di Firelord come
protagonista era molto più fico.
N:
Un po’di domandoni sulla scrittura! Per lavoro produci un sacco di
testi. Ricordo la rivista Digital Japan che gasava una marea. Come
hai capito che da grande avresti fatto proprio questo? E’ stata
una botta di culo o un percorso programmato tipo Grisù che voleva
fare il pompiere?
Doc: Una
via di mezzo tra le due cose. Nel senso che scrivere mi è sempre
piaciuto molto, e così son partito da quella che nel secolo passato
era la trafila classica: giornalini scolastici, fanzine, primi
(disastrosi) esperimenti sul web. Mi piaceva scrivere, mi piacevano i
videogiochi, e così ho iniziato a scrivere recensioni di videogiochi
per varie riviste, e ne è nato un lavoro. Da lì, grossomodo, è
iniziato tutto.
N:
Hai appena finito di scrivere il tuo terzo libro intitolato “Per il
potere di Grayskull”, in via di pubblicazione dalla Limited Edition
Books e presentato all’ultimo Lucca Comics.
Com’è
nata la cosa? Hai voglia di parlare a tutto tondo del progetto?
Vai
brooklin con gli spoiler, che se i lettori di Boiate Online non ti
comprano il volume perché hai raccontato cose li vado a prendere a
badilate direttamente a casa.
Doc: L'editore
è un grande fan dell'Antro e mi ha proposto la cosa all'incirca un
annetto fa. È un progetto intrigante, perché mi ha permesso di
andare a ruota libera, parlando di fenomeni e tormentoni degli anni
80. oggetti, serie, pupazzi, manie e cartoni che sono entrati
nell'immaginario collettivo. E non ne vogliono sapere di uscirne. È
un libro "di ridere", scritto con lo stesso tono ironico
dei post sul blog, e spero che sarà divertente leggerlo, per chi
avrà la bontà di farlo, quanto lo è stato per me scriverlo.
N:
I due volumi precedenti, “Inseguendo
un Super Santos verso l’infinito”
e “E’
che poi al destino non puoi mica dare sempre del tu”
sono stati pubblicati in formato ebook e scaricabili gratuitamente
sull’Antro. Il secondo è una bellissima raccolta di racconti.
Quello a cui sei più affezionato?
Doc: Sono
affezionato ad alcuni singoli pezzi del secondo (che è un'antologia
di raccontini scritti in un arco temporale molto ampio), perché
buttati giù in periodi, uh, diciamo così "particolari"
della mia vita. Inseguendo un Super Santos è nato come una serie di
post a tema sul blog, videogiochi e situazioni di oggi calati negli
anni 80 e raccontati da un ragazzino dell'epoca. Non c'era alcuna
finalità narrativa vera e propria dietro, ma a molti l'esperimento è
piaciuto. Il che vuol dire che a) se scrivo le cose senza pensarci
troppo su mi vengono meglio, oppure b) come scrittore non ho ancora
capito nulla. Propenderei per la seconda ipotesi…
N:
Saviano lo sa che è un copione? Io fossi in lui mi vergognerei.
Doc: Ma
no. No, dai. Anche
se…
N:
Una domanda intima. Quanto c’è di Alessandro nella figura di
Gabriele Zainer , protagonista del romanzo a puntate pubblicato sull'Antro “Badass
Bastards”?
Doc: Me
lo chiedono in tanti. La verità? Zero. Tolti i gusti musicali, visto
che i brani che accompagnano i capitoli li scelgo ovviamente io,
Gabri è un personaggio di pura fantasia. Tanto che non condivido per
niente alcune scelte che compierà nel finale della storia...
N:
Sei un Interista di un certo livello. Come mai? Colpa di qualche
trauma infantile? Perché non il Genoa, squadra dalla storia
importante e con un simbolo fico alla Game of Thrones?
Doc: Il
trauma era semmai tifare Inter negli anni e in una città (priva di
squadre in serie A) in cui a scuola erano juventini pure i bidelli e
il preside. Non so come sia nata la passione per l'Inter, visto che
non mi è stata attaccata in famiglia, come l'influenza. Un giorno,
all'improvviso, decisi che la mia squadra sarebbe stata quella. La
domenica dopo prendemmo quattro pere in casa con la Roma. Era
chiaramente un segno del destino.
N:
Scimmie. Quante ne hai e quali sono ultimamente? Intendo cose che
vorresti in maniera incondizionata e irrazionale, non primati
mangiabanane a tradimento.
Doc: Tantissime,
sempre, ovunque. L'Internet non è una fabbrica di fornicazione solo
per le signorine ignude, quanto e soprattutto per le meraviglie che
sembrano costantemente lì, tutte a portate di clic, che uno le
comprerebbe tutte in un secondo, senza pensarci su. Se questo non
volesse dire ritrovarsi fuori di casa e/o sotto un ponte.
N:
Come
mai su uikicoso , nella sezione animali o come cacchio si chiama, non
c’è ancora la pagina del Minollo?
Puoi
spiegare ai lettori che bestia è? E’ imparentato con il Pepette?
Doc: Il
minollo è, come noto, un animale molto schivo. Tranne quando c'è da
fare il suo tipico gesto.
N:
Questa devo chiedertela, altrimenti mi tolgono il patentino di intervistatore.
Fatti una domanda, datti una risposta. Se ne hai voglia eh.
Altrimenti passiamo.
Doc: Pensi
che, davvero? Sì, decisamente.
N:
Ultima domanda poi la smetto di sgarruparti l’esistenza. Mi
concederai una seconda chiacchierata quando il libro sarà uscito?
Doc: Sure!
Alla prossima!
Sinceramente non so come chiudere questo post, troppa emozione. Grazie Doc.
See ya!
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